“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua”   (Margaret Atwood – Poetessa, scrittrice e ambientalista canadese)

——————————————

L’ACQUA, SOSTANTIVO FEMMINILE

Attraverso la fotografia i partecipanti sono chiamati ad osservare ed interpretare l’importanza dell’acqua associandola a qualsiasi libera interpretazione che la leghi al tema della donna e delle femminilità, spiegando anche con un breve testo le motivazioni.

L’acqua è il femminile, è profonda, le sue correnti spesso sono invisibili in superficie; la vita dentro l’acqua è nascosta allo sguardo esterno, senza argini si disperde ma in compenso porta la vita, la fertilità: dove arriva, nasce qualcosa. L’acqua e la donna sono imprevedibili, illogiche ma inaspettatamente creative. Dell’acqua come della donna sono l’intuizione e l’istintività.

Dal mito alla filosofia, nell’immaginario collettivo la donna e l’acqua hanno un legame molto stretto.

Nella storia della mitologia, sono diverse le personificazioni femminili di spiriti e divinità legate all’acqua: la dea babilonese Ishtar nasce direttamente dalle acque, le Nereidi abitano il mare, le Sirene incantano i marinai facendo perdere loro la rotta e le Ninfe romane sono padrone delle sorgenti. Con l’avanzata della società patriarcale su tutti i piani, dalla politica all’economia alla religione, la donna viene relegata a un ruolo subalterno e nelle simbologie più detrattive diventa la terribile seduttrice come nelle Apsaras indiane, ninfe acquatiche capaci di far impazzire gli uomini con le loro danze sensuali. La Dea, da creatura divina, generatrice di vita e forza purificante diventa strega ammaliatrice e portatrice di corruzione e morte. L’acqua ha il duplice aspetto: quello fecondativo di madre buona e quello distruttivo di madre cattiva attraverso il diluvio universale che annienta il genere umano. Dalle acque distruttive, in India emerge la bellissima Lakshmi, dea dell’arte e dell’amore.

Nel campo della psicoanalisi con Freud e Jung, l’acqua assume un significato molto importante in quanto l’acqua materna è il primo contatto per gli esseri umani con la vita. Secondo Jung la proiezione dell’immagine materna sull’acqua conferisce a quest’ultima delle qualità quasi magiche, peculiari della madre, come quelle di dare la vita, appunto attraverso l’acqua. L’inconscio può essere collegato all’aspetto materno dell’acqua, perché esso viene considerato in psicoanalisi come madre o matrice della coscienza; il filosofo francese Bachelard fa notare che il latte materno ci porta ancora a pensare all’acqua come ad un elemento femminile. L’acqua del mare, per esempio, è liquido e cibo vitale per migliaia di pesci che lì vivono e che si nutrono inconsciamente di particelle infinitesimali di cibo disciolte in esso, al pari di un bambino che si nutre al seno materno senza sapere cosa sta inghiottendo.

L’acqua è anche il simbolo della lotta per la parità di genere e per una maggiore autodeterminazione e affermazione della propria identità nei paesi meno sviluppati.

L’UNICEF, in occasione della Settimana Mondiale dell’Acqua nel 2016, ha riportato un dato impressionante: ogni giorno donne e bambine spendono 200 milioni di ore per raccogliere acqua “che corrispondono a 8,3 milioni di giorni, ovvero a 22.800 anni. É come se una donna avesse iniziato a raccogliere acqua durante l’Età della Pietra e fosse arrivata a casa nel 2016» ha dichiarato Sanjay Wijesereka, Responsabile per i programmi Acqua e Igiene dell’UNICEF. «Pensiamo a cos’altro avrebbero potuto fare le donne in questo periodo di tempo. Quando manca l’acqua corrente ed è necessario andare a raccoglierla, sono le donne e le bambine che pagano il prezzo più alto, in termini di fatica, di tempo e di opportunità perdute.»

Secondo Chiara Soletti, coordinatrice della sezione ”Donne, Diritti, Clima” dell’associazione Italian Climate Network, per concretizzare l’impegno dei paesi a far sì che l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari siano davvero un diritto umano, si deve creare una consapevolezza internazionale sull’accesso a una risorsa fortemente soggetta ai cambiamenti climatici e fondamentale alla sopravvivenza umana.

Léo Heller, Special Rapporteur Onu per il diritto umano all’acqua e per il diritto ai servizi igienico-sanitari, ha affermato che la scarsità di accesso all’igiene ha un impatto doppiamente lesivo della dignità personale nel caso delle donne e influenza altresì l’affermazione di altri diritti umani, quali l’autodeterminazione, l’istruzione, la salute, il lavoro, la libertà di movimento, l’indipendenza anche economica, oltre ad mergere un alto numero di violenze sessuali subite lungo il tragitto per raccogliere l’acqua o per recarsi alle latrine.

La sfida del futuro è l’affermazione di eguali diritti tra uomini e donne anche nel controllo e nell’accesso all’acqua.

 

Sono ammesse fotografie documentaristiche ma anche astratte e oniriche che esaltino l’essenza dell’elemento acqua, in tutte le sue forme e manifestazioni, collegata al tema generale dell’acqua come bene comune.