Alice Pedroletti è artista e fotografa.

Il mezzo fotografico, e tutto ciò che deriva dall’azione del fotografare, è al centro della sua indagine, mettendo in relazione scultura e fotografia, con diverse espressioni finali sempre riguardanti la problematica della temporalità, della fragilità di entrambe le discipline e di cosa è matrice nella relazione tra le due.

L’attenzione è spesso rivolta al display finale, inteso come contenuto stesso dell’immagine, che ne è quindi mera rappresentazione: cercando di costruire delle narrazioni visive che riescano a superare la bidimensionalità della fotografia, Alice entra in una dimensione più teorica, a volte apparentemente astratta e spesso immaginifica. Usando diversi oggetti, o l’idea che li rappresenta, costruisce dei memoriali, delle piccole scenografie teatrali, dei rebus che vivono giusto il tempo della loro rappresentazione, per essere poi archiviati, catalogati o ritornare ad avere la loro quotidiana funzione, apparentemente ripetitiva, ma per un attimo fondamentale.

I lavori trattano la relazione tra la memoria personale e quella collettiva dei luoghi o delle comunità, il tempo e lo spazio architettonico inteso come monumento, ma anche oggetto del paesaggio, del contesto. L’archiviazione come pratica artistica e come strumento di relazione con il pubblico, così come lo studio etimologico e semantico delle parole che accompagnano il fare, sono spesso strumenti di ricerca.

Dal 2015 Alice porta avanti ATRII Archivio Aperto, che raccoglie progetti di artisti che indagano, da ogni punto di vista, la tematica dell’atrio come spazio espositivo, relazionale e architettonico, ipotizzando opere d’arte destinate agli atrii dei palazzi. Il progetto, unico nel suo genere poiché vivente e rivolto al futuro, è conservato presso la Cittadella degli Archivi di Milano. Ha partecipato a numerose mostre collettive, premi e residenze artistiche in Italia e all’estero, prevalentemente con progetti fotografici, ma anche con lavori scultorei e installativi.

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